Il concetto di sostenibilità ha raggiunto livelli di popolarità altissimi oramai in ogni ambiente civile e anche nei comparti economici. Si tratta di un valore che abbraccia più aspetti, partendo certamente da una visione di tutela dell’ambiente, ma allargandosi ad altri modus operandi che interessano la trasparenza, la professionalità, l’innovazione, l’eticità e la socialità nei processi economici. Tutto ciò riguarda anche il comparto della disinfestazione, un settore per certi versi anomalo, rispetto ad altri, per più fattori, fra cui forse il più eclatante è la crescita esponenziale negli ultimi 25 anni delle imprese che vi operano e il trend positivo di fatturato, che non ha subito flessioni né dalla crisi economica degli ultimi 10 anni, né dalla pandemia da Covid 19.
“In effetti – spiega Sergio Urizio, consulente di AIDPI – il settore del Pest Management da un lato ha beneficiato in primis a metà degli anni ‘90 della chiusura degli uffici disinfestazione dei Comuni, che hanno segnato il proliferare di piccole imprese che si sono buttate nei servizi di disinfestazione, a dir il vero, spesso senza troppa professionalità, dall’altro dall’avvento di diverse normative nell’ambito dell’industria alimentare (BRC e IFS in primis), che hanno interessato anche il Pest Control, con riflessi positivi nel settore, in termini di aumento delle commesse e maggior qualificazione dei servizi offerti, con, ad esempio, l’avvio delle azioni di prevenzione e monitoraggio a fianco dei trattamenti veri e propri nei confronti degli infestanti alimentari. Nonostante questo miglioramento qualitativo delle attività sul mercato, l’idea che questa professione sia tutto sommato semplice ed accessibile a tutti non è certo debellata: come associazione di imprese professionali si rimarca da tempo come tutto il settore sia in continua evoluzione e serva una qualificazione continua per rimanere sul mercato da protagonisti”.
Fra gli aspetti particolarmente qualificanti nel fare impresa oggi nella disinfestazione c’è senza dubbio quello dello sviluppo sostenibile, un concetto che AIDPI non solo ha messo in evidenza da tempo, ma che ha voluto con forza promuovere, quale punto qualificante nel fare impresa in questo settore.
“Si affrontò decisamente l’iniziativa 5 anni fa – spiega Sergio Urizio – dopo una visita alla manifestazione fieristica CIBUS di Parma, dove apparve evidente la forte evoluzione in termini numerici e di qualità delle produzioni biologiche, un ambito sottoposto a rigorose normative e controlli, al fine di poter accedere a finanziamenti e agevolazioni fiscali consistenti. Questo deciso sviluppo, unito al concetto di sostenibilità, ha fatto riflettere e giungere ad una considerazione: se il settore del Pest Control intende consolidare il proprio ruolo in questi contesti, servono regole condivise e standard di riferimento che traccino un percorso in questo senso. Lo strumento più idoneo per questo processo, così come fu per la norma UNI EN 16636, è certamente la normazione volontaria UNI (Ente di Normazione Italiano), in quanto tiene in piena considerazione aspetti commerciali e scientifici con l’obiettivo della tutela dei consumatori e del benessere sociale”.
Da questa intuizione è nato il progetto di AIDPI denominato “Disinfestazione sostenibile”, presentato ad UNI ed accolto con favore, per giungere ad una normazione volontaria sullo sviluppo sostenibile delle imprese di disinfestazione e ad una PdR (Prassi di Riferimento) per la disinfestazione nelle imprese biologiche: due percorsi paralleli, ma con connotati abbastanza differenti.
“Decisamente differenti – continua Urizio – perché nel protocollo sulla disinfestazione sostenibile verrà sviluppato un percorso omnicomprensivo di approccio al servizio che tenga conto di più fattori che vanno dal basso impatto ambientale, alla trasparenza, all’innovazione e alla professionalità, mentre nella PdR sul biologico verranno implementate indicazioni precise su come agire nei vari contesti ed in situazioni contingenti, scendendo sulla pratica dell’erogazione dei servizi e delle modalità di utilizzo dei prodotti. UNI, una volta accolto il progetto con queste due componenti ben distinte, ha creato al proprio interno un tavolo di esperti (che si è già riunito una volta), di cui il sottoscritto funge project leader, al fine di sviluppare l’intero iter”.
I tempi di realizzazione sono diversificati per i due percorsi, l’uno relativamente breve per la PdR e l’altro più prolungato per la norma. Nel primo caso verrà elaborata una bozza della PDR entro 3-4 mesi, che verrà divulgata da UNI agli stakeholders che riterrà più opportuni, per ricevere pareri, suggerimenti e critiche in un lasso temporale non superiore ai 60 giorni. Trascorso questo termine, saranno a disposizione del tavolo degli esperti UNI altri 2 mesi per giungere alla pubblicazione della PDR: in sostanza tutto l’iter sarà completato entro giugno 2023. Da ricordare che ogni PdR all’interno di UNI, dopo 5 anni dalla sua pubblicazione, diventa automaticamente Norma.
“Il percorso è più articolato – conclude Urizio – per la norma sullo sviluppo sostenibile (che non ha limiti temporali), per la quale il tavolo degli esperti si è suddiviso in cinque sottogruppi su altrettanti temi quali missione e obiettivi – riferimenti e aspetti contenuti nella norma – processi produttivi – innovazione – uso dei prodotti e tossicità (aperto anche a rappresentanti di aziende produttrici), ognuno dei quali costituirà le sezioni portanti della norma. L’obiettivo generale di questo progetto a cui come AIDPI teniamo molto, rimane quello di garantire il consumatore e favorire l’incremento della professionalità e delle competenze delle imprese di disinfestazione”.